26 aprile 2019
Volontari. La bellezza di donarsi senza nulla in cambio
Quando, ormai diversi anni fa, ci siamo posti l’obiettivo di rilanciare le manifestazioni nazionali, in virtù di un Csi che riunisse tutto il territorio italiano, ci siamo imbattuti spesso nei problemi organizzativi minimi, come per esempio la scarsità dei partecipanti. Oggi felicemente prendiamo atto dell’esatto contrario: tanti partecipanti e conseguenti difficoltà organizzative. Lo stiamo verificando in questa primavera, per tradizione, stagione delle fasi finali, delle manifestazioni nazionali. Da questo weekend infatti prendono avvio le finali nazionali di diverse specialità: judo, karate e ginnastica ritmica. Con piacere rilevo che “stiamo facendo fatica” a far quadrare i conti perché le richieste di partecipazione vanno oltre il previsto. Ma posso assicurare che le commissioni tecniche organizzatrici stanno facendo il possibile per rispondere positivamente a tutti i richiedenti. Per il Csi è importante includere, far vivere, insieme, il momento di festa fra ragazzi e dirigenti provenienti da tutta Italia. Cerchiamo di fare il possibile e anche un po’ di impossibile per non escludere nessuno. Se ci siamo proposti di fare sport per aiutare i ragazzi a crescere, in ambienti educativi e formativi dove si possano trasmettere i valori dell’insegnamento cristiano, dobbiamo cercare di continuare su questa strada, percorsa da 75 anni. Diversamente come potremmo sostenere il nostro credo per l’accoglienza, per la condivisione, per la solidarietà, per la promozione dello sport sociale? Lo spazio che ci siamo ritagliati è questo: non siamo in campo per formare campioni, non è il nostro compito e certamente c’è chi lo sa fare meglio di noi. Abbiamo il dovere di affiancare i dirigenti, in questi tempi non facili in cui si caricano di responsabilità non indifferenti: economiche, fiscali, assicurative. Sono dirigenti che hanno pressoché tutti una caratteristica: amano il Csi, convinti della sua proposta sportiva, educativa e formativa. Ci credono e lavorano per realizzarla, cercando di far emergere, nella competizione, nelle gare, l’aspetto aggregante, dell’amicizia, del gioco. Siamo un’Associazione nata per i giovani ma nel tempo ci siamo occupati anche di adulti e anziani, perché anch’essi avevano bisogno di noi. Ci dedichiamo a tutti coloro che bussano alla nostra porta: bambini, giovani e non più giovani, abbiamo a cuore i diversamente abili, i carcerati, gli emarginati, gli immigrati, avendo sempre cura di tenere un rapporto di reciprocità e di pari dignità. Così come siamo presenti nelle carceri a condividere percorsi di recupero delle persone che possono approfittare del tempo di detenzione per partecipare a corsi e diventare nuovi arbitri, allenatori, educatori. Dove c’è la persona c’è il Csi. La nostra forza, non lo ripeterò mai abbastanza, sono le decine di migliaia di volontari che danno vita alle società sportive diffuse in tutta Italia. Dobbiamo essere grati a questi dirigenti perché da decenni operano nel silenzio, senza particolari gratificazioni, a volte abbastanza soli, a volte incompresi perfino dai ragazzi o dalle famiglie che loro cercano di aiutare. La bellezza del donarsi senza nulla chiedere in cambio prevede anche questi piccoli o grandi sacrifici. Certo è che in questo modo si rende possibile una proposta sportiva che valorizza la persona e migliora la vita della comunità. Un mondo migliore è davvero possibile. E noi stiamo facendo la nostra parte.